martedì 3 aprile 2007

Da grande voglio fare l'AD

da repubblica:

"Il 2006 si conferma come un altro anno d´oro per gli stipendi dei dirigenti italiani. Oltre 40 tra i top-manager di Piazza Affari (contro i 27 del 2005) hanno chiuso l´anno con una busta paga superiore ai 3 milioni. E la testa della classifica dei Paperoni d´Italia è stata riconquistata – dopo un anno di interregno – dai vertici della galassia Pirelli-Telecom. Lo scettro di "Bill Gates" tricolore è andato a Carlo Buora che grazie alla liquidazione della Bicocca (lasciata per concentrarsi sull´ex-monopolio) si è messo in tasca un super-stipendio da 18,8 milioni...
...Il leader degli stipendi non drogati da proventi straordinari è Alberto Lina che tra Impregilo e Sirti si è messo in tasca 7,3 milioni. A un´incollatura lo segue Marco Tronchetti Provera. Il numero uno della galassia Pirelli-Telecom ha affogato i dispiaceri per la bufera finanziar-giudiziaria che ha travolto il suo gruppo con una busta paga da 7,1 milioni, precedendo di un´incollatura il tandem al volante di Fiat – Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo – fermo (si fa per dire) a quota 7 milioni...
...Più di 100 manager di Piazza Affari comunque hanno festeggiato il 2006 con in tasca un bell´assegno milionario, come il vecchio signor Bonaventura. Sotto questa soglia – tra tanti semi-sconosciuti – brilla lo stipendio quasi monacale di Enrico Bondi. Il numero uno della Parmalat, per il 2006, si è accontentato (beato lui) di 390mila euro."

Nonostante i non certo brillanti risultati ottenuti dalle più grandi compagnie italiane, sempre sull'orlo della crisi, i compensi dei valorosi manager aumentano di continuo. Senza pausa.
I servizi peggiorano, si cercano tutti i modi sleali per circuire i dipendenti e confondere i clienti. Su tutte, ormai le truffe delle società telefoniche le hanno rese tutte uguali.
Stiamo tornando nel medioevo. I padroni stanno rubando da mangiare al popolo, senza che questo possa fare nulla. Ovviamente non serve più mandare i soldati o gli esattori, ora ci sono le banche e gli avvocati a fare la parte del leone.
In tutto questo la possibilità per uscire da questa situazione ci sarebbe anche: si chiama Class Action.
Purtroppo, come si può benissimo immaginare, ci sono tanti ostacoli contro la legge allo studio ora in parlamento. La proposta di Bersani, che riconosce il diritto alla Class Action ai soli enti riconosciuti dal governo, non piace.
I giovani di Italia dei Valori, oltre ad aver contribuito attivamente nella Proposta di Legge (PDL 1834) presentata dall'On. Pedica, appoggia la petizione contro il DDL bersani relativo alla Class Action, che rimarrebbe appannaggio dei poteri forti controllati dal mondo finanziario

1 commento:

Studente Protagonista ha detto...

I Giovani Idv di Catanzaro, appoggiano pienamente la petizione e si complimentano per l'iniziativa.
Inserirò personalmente nel nostro forum una discussione inerente alla Class Action.
Complimenti anche per il blog.

http://amicididipietro.megablog.it