L'asta sul WiMax
da punto informatico:
"Il WiMax italiano compie un altro passo verso il debutto sul mercato: si avvicinano le gare per le licenze. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha varato il regolamento da lungo tempo atteso per l'assegnazione delle frequenze.
Il regolamento definisce le procedure che consentiranno al Ministero delle Comunicazioni di assegnare "i diritti d'uso delle frequenze nella banda a 3,5 GHz, per le tecnologie di accesso radio a larga banda (Broadband Wireless Access), tra cui il WiMax".
Il regolamento, si legge in una nota diffusa dall'Agcom, "ha l'obiettivo di consentire l'attribuzione, in maniera efficiente, delle frequenze, contemperando sia le esigenze di sviluppo della concorrenza, sia quelle di disponibilità della banda larga nelle zone non coperte dal servizio.
Il Regolamento prevede l'attribuzione di tre diritti d'uso (delle licenze, ndr) per ciascuna area geografica pari ad almeno 2x21 MHz". Non mancano intenti volti a favorire la competitività del mercato: "Al fine di promuovere condizioni di effettiva concorrenza nella fornitura di accesso via radio, uno dei diritti d'uso sarà riservato agli operatori new comers (nuovi entranti) che non dispongono di ulteriori risorse frequenziali che consentono la fornitura di servizi comparabili a quelli BWA". La durata dei diritti d'uso delle frequenze sarà di 15 anni, e potrà essere rinnovata.
Ogni area geografica dei primi due lotti di gara potrà essere "formata da un minimo di due Regioni a un massimo di quattro".
Il terzo lotto, riservato ai new comers, avrà una base geografica regionale per promuovere un'offerta di servizi tagliata su misura delle esigenze locali. "L'assegnazione delle frequenze - continua l'Authority - avverrà sulla base di graduatorie distinte per ciascun diritto, basate sull'importo offerto anche attraverso un sistema di rilanci multipli".
Il Ministero delle Comunicazioni, nel bando di gara, "definirà l'importo minimo d'asta per ciascuna area geografica e ciascun blocco di frequenze. Per tutti e tre i lotti sarà possibile presentare un'offerta per più aree geografiche fino alla dimensione nazionale".
Il bando di gara dovrà specificare le condizioni di ammissione delle domande basate su "criteri di idoneità tecnica e commerciale". Il Regolamento prevede inoltre il rispetto, per gli operatori, di obblighi minimi di copertura, da raggiungere entro 30 mesi dal rilascio delle licenze, nonché obblighi di utilizzo reale delle frequenze, entro il medesimo termine. Non sono stati fissati vincoli, invece, sui servizi erogabili, ma solo "condizioni per l'utilizzo ordinato ed efficiente delle frequenze attribuite", nel rispetto della neutralità tecnologica, ma anche degli interessi degli operatori partecipanti.
Michele Lauria, uno dei due relatori, afferma che questo regolamento "tiene in considerazione le esigenze di sviluppo di un mercato concorrenziale e la necessità di superare il divario digitale, favorendo l'entrata di nuovi operatori e l'offerta di servizi che soddisfino le esigenze locali ed eventuali necessità pubbliche. Il regolamento prevede misure volte ad evitare un uso distorsivo delle risorse frequenziali, anche attraverso vincoli di utilizzo".Va detto che le decisioni di Agcom sembrano non tenere in conto le osservazioni degli esperti secondo cui una quota delle frequenze avrebbe dovuto essere garantita per il libero utilizzo.
Spiegava ISOC Italia su queste pagine che se non vi saranno frequenze libere "cioè non sottoposte a licenze" questo "potrebbe rallentare se non addirittura impedire che con il WiMax si mantenga la promessa di una copertura broad band del territorio oggi digital diviso"."
Perché è sbagliato quello che stanno preparando:
Licenze limitate a tre: solo tre operatori in una zona sono una grande limitazione alla possibilità della concorrenza tra aziende per il servizio, è semplice mettersi d'accordo per non far scendere troppo il costo di accesso e fare cartello. Perché solo tre?
I new comers: questi soggetti sono aziende che attualmente non hanno altre infrastrutture capaci di dare banda larga. Il troppo efficiente sistema italiano delle scatole cinesi (vedi telecom) lede in maniera enorme la possibilità che dietro questi "new comers" in realtà si possa nascondere un operatore telefonico o televisivo. Con relative ripercussioni.
Frequenze libere: un'altra volta il diritto di informazione passa di nuovo nelle mani di pochi soggetti interessati. Si poteva pensare ad una frequenza libera con banda minima a disposizione di tutti anche a scopi pubblici. Non si è presa in considerazione l'ipotesi, peccato perché così (tra l'altro) anche gli utenti pubblici dovranno per forza sborsare ingenti cifre per usufruirne.
L'asta: nonostante quello che è accaduto nella gara dell'UMTS (qualcuno lo utilizza?), in cui lo stato era troppo interessato hai soldi dell'asta che al servizio vero e proprio, si prosegue sulla strada della "tangente sulla tecnologia". I costi ingenti per aggiudicarsi le frequenze costringerà gli operatori ad alzare i costi del servizio, frenando la diffusione di utilizzo.
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