martedì 3 luglio 2007

DDL sulle intercettazioni telefoniche

(foto di Stuart Hull)
Un breve commento di Luca Scialò sul decreto delle intercettazioni.
"Sta per essere approvato quasi all'unanimità, tranne l'Italia dei valori (il ddl è passato alla Camera, ora verrà consultato al Senato), il decreto legge sulle intercettazioni telefoniche, atto a porre un freno alle pubblicazioni sui giornali, sui siti, o alla divulgazione da parte dei TG, delle intercettazioni telefoniche che sono coperte da segreto istruttorio, in quanto oggetto di processi in corso...

Negli ultimi mesi si è effettivamente avuta una divulgazione selvaggia di intercettazioni telefoniche, che avrebbero così smascherato dialoghi tra politici ed alta finanza, soprattutto per quanto riguarda eventuali scambi di favori tra i due mondi, da sempre intrecciati e smascherati per un periodo da Tangentopoli...

Tuttavia, malgrado ritenga giusto che bisogna porre un freno, il mio timore è che come al solito si approvi una legge che tenda a criminalizzare non la relazione tra politica e imprenditori o banchieri, ma la volontà di mettere a nudo questi contatti, terrorizzando così i giornalisti più coraggiosi.

Ecco due passaggi della legge che forse sono i più importanti:

-DIVIETO DI PUBBLICAZIONE - È vietata, recita l'articolo 1 del ddl, la pubblicazione, anche parziale, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti dal segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari. Stesso divieto per quel che riguarda conversazioni telefoniche o flussi di informazioni informatiche o telematiche e i dati riguardanti il traffico telefonico, anche se non più coperti da segreto. Anche in questo caso fino alla conclusione delle indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare. Se si procede al dibattimento, non è consentita la pubblicazione, anche parziale, degli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza in grado di appello.

-SANZIONI - Uno dei capitoli più lunghi e, in alcune sue parti, più controversi, fino all'intesa finale sui giornalisti. Chiunque rivela notizie sugli atti del procedimento coperti da segreto e ne agevola la conoscenza è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Se il fatto è commesso per colpa o per "agevolazione colposa", la pena è della reclusione fino a un anno. Se a commettere il fatto è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, la pena è aumentata, rispettivamente da 1 a 5 anni e da 6 mesi a 2 anni. Reclusione da 1 a 3 anni, invece, per chi in modo illecito viene a conoscenza di atti del procedimento penale coperti da segreto. E per chi, consapevole dell'illecita formazione, acquisizione o raccolta, detiene documenti che contengono atti relativi a conversazioni telefoniche, la pena è la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Chiunque riveli, attraverso qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, in tutto o in parte il contenuto di documenti elaborati per mezzo di una raccolta illecita di informazioni è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, la reclusione è aumentata da 1 a 5 anni. Per i giornalisti che pubblicano atti del procedimento o intercettazioni telefoniche coperte da segreto scatta l'ammenda da 10mila a 100mila euro, in alternativa alla reclusione fino a 30 giorni, come previsto dall'articolo 684 del Codice penale. In caso di illeciti per finalità giornalistiche, inoltre, è applicata la sanzione amministrativa della pubblicazione, in uno o più giornali, dell'ordinanza che accerta l'illecito a spese dei responsabili della violazione."
I punti principali del testo possono ad esempio letti sul sito del Messaggero: http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=676&sez=&npl=&desc_sez=

5 commenti:

Claudio Guidi ha detto...

In questo caso, siccome sono un po' ignorante in materia, chiedo spiegazioni. Quale sarebbe il punto incriminato? Ossia, mi sembra che alla fine i giornalisti subiscano ammende se pubblicano atti coperti da segreto che, in effetti, se sono coperti da segreto penso debbano rimanere segreti per non inquinare le indagini. L'altra parte della legge mi sembra che sia più che altro mirata a punire coloro che, grazie alla loro posizione, si trovano ad avere certe informazioni che non potrebbero divulgare ma che divulgano. Qual'è il punto delicato della legge in cui può nascere un pericolo per la libertà di stampa?

A proposito di libertà di stampa, lancio qui una proposta. Non so se vi è mai capitato di vedere Studio Aperto. A mio avviso è un TG scandaloso in quanto è cronaca rosa non un TG. Beh, da qule che so la costituzione difende il diritto al cittadino di essere informato e, sempre da quel che so, ogni emittente televisiva è obbligata a dedicare parte del loro tempo a trasimissioni di carattere informativo e questo, credo, sia dovuto proprio alla difesa di quel principio costituzionale di cui sopra. Beh, Studio Aperto a mio avviso va contro quel diritto istituzionale. E' assolutamente scandaloso. Ci sono gli estremi per fare qualche cosa?

Ciao a tutti
C.

Balestra ha detto...

No, dopo due anni le intercettazioni non sono più coperte da segreto istruttorio (non segreto di stato), ed a quel punto è possibile la pubblicazione, essendo di dominio pubblico. Anche se l'indagine è ancora in corso.
Nonostante il segreto decada per legge, loro vogliono impedire comunque le intercettazioni, limitando di fatto la libertà di stampa su un documento scoperto da vincoli.
Non solo è gravissimo, ma è addirittura anticostituzionale (vedi art.21).
Tutte le balle sulle registrazioni rubate o sottratte sono fasulle. I giornalisti non hanno fatto altro che aspettare che cadesse il segreto istruttorio. Stiamo parlando di documenti che saranno comunque di pubblico dominio, ma non si potranno pubblicare (?).

Per quanto riguarda Studio tett... em, Aperto, la tua idea non è male. Secondo me si può pensare a fare qualcosa, un'articolo, una petizione alla vigilanza, o qualcosa di simile.
Ci pensiamo insieme?

Claudio Guidi ha detto...

Grazie per le delucidazioni. Per quanto riguarda il discorso di Studio Aperto forse è meglio sentirci via mail. Posso scriverti a giv.forli@gmail.com

Claudio Guidi ha detto...

La mia ultima frase era ovviamente una domanda :-)
Posso scriverti a giv.forli@gmail.com?

Balestra ha detto...

Certo! Così chiariamo come ci si puo' muovere.