Mobilità, ZTL, degrado del centro di Forlì
Negli ultimi giorni non si fa che parlare del nuovo piano del traffico per il centro storico di Forlì.
Ormai la situazione è confusa, tanto più che si sta creando un tutti contro tutti in base al gruppo di appartenenza. Anche con rimostranze che non c'entrano nulla.
L'ultimo è il caso del caro On. Pini (famoso in parlamento per essere stato sospeso durante l'ultima rissa parlamentare, ha chiesto una medaglia per questo...) che parla di "centro abitato da accozzaglia di extra-comunitari". Giusto per dare un tocco di classe alla polemica.
C'è chi parla di complotto per portare più consumatori verso il nuovo centro commerciale. Che però è verso l'autostrada perché venga la gente da fuori, non da Forlì.
Ed i commercianti continuano nel non senso di formare un unica associazione per abbattere i costi di gestione, e soprattutto cominciare a differenziare un po' l'offerta dei prodotti. Non possono pensare di avere prodotti per ogni tempo.
Gli ultimi della lista sono gli abitanti. Come tutti hanno le loro esigenze, non è colpa loro se abitano in centro, e nemmeno se sono costretti ad avere più di un'auto per andare al lavoro. Se ci fossero mezzi pubblici adeguati alle esigenze della città si potrebbe benissimo lasciare la macchina al parco urbano (anche se il parcheggio è già spesso pieno, come alla stazione dei treni... alla faccia di chi non usa per "basso livello culturale" i mezzi pubblici) ed andare in piazza o viceversa.
Ma i mezzi pubblici sono un tasto molto dolente per Forlì (come per Cesena).
Teniamo un'attimo da parte la questione finanziaria disastrosa, e prendiamo invece in esame cosa potrebbe succedere introducendo più concessioni al trasporto pubblico. Se ci fossero, per esempio, tre aziende private, non connesse tra loro, per il trasporto pubblico, a cui il comune deve dare solo un contributo (1) in base al numero di biglietti che riescono a fare.
Le aziende private devono fare utile, con o senza l'aiuto del comune. Che comunque non può continuare a ripianare i debiti delle sue società con i soldi dei contribuenti.
Come minimo avremmo un raddoppio delle linee e delle fermate dei tram.
Parcheggi scambiatori, a cilindro (vedi Cesena) o a più piani potrebbero almeno limitare gli ingressi in auto verso la piazza, in cui la gente spera di continuare a lavorare e vivere ancora per molto.
Inoltre cominciamo a prendere in esame l'idea di mettere sistemi di controllo agli accessi. Inutile girarci attorno, soprattutto in certi orari i residenti denunciano l'ingresso di auto anche in zone a traffico limitato.... e non sono residenti.
Ormai la situazione è confusa, tanto più che si sta creando un tutti contro tutti in base al gruppo di appartenenza. Anche con rimostranze che non c'entrano nulla.
L'ultimo è il caso del caro On. Pini (famoso in parlamento per essere stato sospeso durante l'ultima rissa parlamentare, ha chiesto una medaglia per questo...) che parla di "centro abitato da accozzaglia di extra-comunitari". Giusto per dare un tocco di classe alla polemica.
C'è chi parla di complotto per portare più consumatori verso il nuovo centro commerciale. Che però è verso l'autostrada perché venga la gente da fuori, non da Forlì.
Ed i commercianti continuano nel non senso di formare un unica associazione per abbattere i costi di gestione, e soprattutto cominciare a differenziare un po' l'offerta dei prodotti. Non possono pensare di avere prodotti per ogni tempo.
Gli ultimi della lista sono gli abitanti. Come tutti hanno le loro esigenze, non è colpa loro se abitano in centro, e nemmeno se sono costretti ad avere più di un'auto per andare al lavoro. Se ci fossero mezzi pubblici adeguati alle esigenze della città si potrebbe benissimo lasciare la macchina al parco urbano (anche se il parcheggio è già spesso pieno, come alla stazione dei treni... alla faccia di chi non usa per "basso livello culturale" i mezzi pubblici) ed andare in piazza o viceversa.
Ma i mezzi pubblici sono un tasto molto dolente per Forlì (come per Cesena).
Teniamo un'attimo da parte la questione finanziaria disastrosa, e prendiamo invece in esame cosa potrebbe succedere introducendo più concessioni al trasporto pubblico. Se ci fossero, per esempio, tre aziende private, non connesse tra loro, per il trasporto pubblico, a cui il comune deve dare solo un contributo (1) in base al numero di biglietti che riescono a fare.
Le aziende private devono fare utile, con o senza l'aiuto del comune. Che comunque non può continuare a ripianare i debiti delle sue società con i soldi dei contribuenti.
Come minimo avremmo un raddoppio delle linee e delle fermate dei tram.
Parcheggi scambiatori, a cilindro (vedi Cesena) o a più piani potrebbero almeno limitare gli ingressi in auto verso la piazza, in cui la gente spera di continuare a lavorare e vivere ancora per molto.
Inoltre cominciamo a prendere in esame l'idea di mettere sistemi di controllo agli accessi. Inutile girarci attorno, soprattutto in certi orari i residenti denunciano l'ingresso di auto anche in zone a traffico limitato.... e non sono residenti.
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